Album delle Curiosità

Ricercando – negli archivi, nei libri, su google, a casa (!!) – spesso capita di trovare cose diverse da quello che ci si aspettava, e talvolta sono ancora più belle e interessanti! Autentiche sorprese, sfiziose curiosità, che possono addirittura essere la miccia per accendere nuove ricerche, lavori, sfide…

In questo articolo, che potremo certamente modificare e arricchire successivamente, vogliamo semplicemente raccogliere un po’ di queste curiosità, senza per ora approfondirle. Tanti brevi accenni, che di certo si leggeranno con interesse e piacere.

1- CURIOSITA’ ORTOGRAFICHE

– C’è chi si indigna tanto con chi usa il linguaggio da SMS, con tutti quei cumuli di consonanti, k, lettere accentate… Leggere i testi antichi non è che sia tanto più semplice, e non solo per la calligrafia! L’uso delle abbreviazioni qualche volta è davvero abbondante e disorientante! Ma, tanto per fare un esempio, lo sapevate che fino a qualche decennio fa il nome degli ultimi mesi dell’anno veniva abbreviato così: “7bre” “8bre” “9bre” “10bre” (o “Xbre”)?? E ovviamente poi, quando si vanno a trascrivere queste date, è frequentissimo confondere settembre con luglio, agosto con ottobre e così via…

– Oppure, sempre in epoche non troppo remote, era diffuso sostituire alle a con l’acca, le a accentate. Dunque à=ha, ò=ho.

La trascrizione è necessaria, considerando la originalità della calligrafia. Ma al di là di questo si notino “à” e “ò”, usate al posto di “ha” e “ho”.

 2- CURIOSITA’ ANAGRAFICHE

Una parte consistente delle nostre ricerche è quella genealogica. E proprio tra gli atti di battesimo o di morte si trovano tante curiose storie e coincidenze, anche se talvolta un po’ tragiche…

– Un tempo, com’è noto, ogni mamma partoriva un grande numero di figli, portando avanti quasi una gravidanza all’anno. Le condizioni igieniche, sanitarie e alimentari però non erano per niente buone e la mortalità infantile era a livelli al giorno d’oggi inimmaginabili. Tra le nostre ricerche, il record per maggior numero di figli per famiglia, è di 15, come si può vedere qui (nella scheda “famiglie”). Un record particolare appartiene ai coniugi Angelo Betti e Santa Montoni, che – tra il 1779 e il 1792 – di figli ne fecero “solo” 14, ma tra questi ci furono ben 4 coppie di gemelli.

– E sempre di gemelli si parla, con altre due famiglie, una del ‘600 e una dei primi del ‘900, sulle quali abbiamo potuto documentare parti trigemini. Purtroppo nessuno dei 6 piccoli riuscì a sopravvivere oltre i primi giorni di vita. Erano Domenico, Francesco e Mattia, figli di Bernardino “Valerij” e Susanna sua moglie, nati il 26 febbraio 1640 a Mondavio; e Rosa, Albina e Antonio Zacchilli, figli di Pietro e Palma Morazzini, nati il 23 maggio 1913 a Orciano.

– Oppure si trova di persone particolarmente longeve, come Giovanni Gambaccini, morto a Mondavio il 5 gennaio 1832 “all’età di 104 anni“, o Francesco Mici (o Micci), morto, sempre a Mondavio il 20 settembre 1839 a “102 anni“. Delle età praticamente impossibili per l’epoca! Ma occorre ricordare che le età scritte dai parroci negli atti di morte sono quasi sempre frutto di una stima, perlomeno in quegli anni in cui non era così diffuso che ognuno sapesse la propria data di nascita. Quindi… o che negli anni ’30 dell’800 a Mondavio c’era l’aria particolarmente “bona”, oppure il parroco dell’epoca (l’arciprete Giuseppe Palazzetti) era un po’ “di manica larga”!! Si sa: “in campagna god’ un metr'”!

Dettaglio dell’atto di morte di Francesco Gambaccini, dai libri parrocchiali di Mondavio, con in evidenza la frase che indica la sua età: 104 anni!!

– Si può trovare anche la descrizione di alcune morti strane, come quella dei due coniugi Giuseppe Lombardi e Lucia Ceccarelli, di 67 e 63 anni, che morirono il 7 marzo 1820 a Mondavio, per il crollo della loro abitazione, avvenuto durante la notte, mentre stavano dormendo (un po’ difficile però dire dove fosse questa casa, e se poi qualcuno la ricostruì).

– Davvero tragica la storia di 5 fratellini: Luigi (10 anni), Maria Angela (6), Catarina (4), Giovanna (3) e Biagio (4 mesi),  figli di Francesco Micci e Marianna Ferri. Morirono uno dopo l’altro tra il 9 e il 18 giugno 1791, per un “morbo”. Forse un qualche avvelenamento alimentare…? Una epidemia è da escludere visto che non si trova una fitta serie di defunti di altre famiglie, negli stessi giorni.

– Per passare a qualcosa di meno drammatico, parliamo infine della classica usanza di “rinnovare i nomi” di qualche parente, e in particolare del nonno. E’ una cosa che si fa da secoli, e a volte crea non poca confusione nella ricostruzione del filo genealogico delle famiglie. I più rappresentati nella sezione Genealogia sono i Barbadoro. Proprio un loro discendente ci ha scritto da Roma e… abbiamo scoperto insieme che sta portando avanti una catena incredibilmente lunga di “rinnovamento” di nomi. Chiamando suo figlio come il suo defunto padre, ha infatti “creato” inconsapevolmente il 7° anello di una sequenza regolare di padre-figlio dai nomi Francesco e Tommaso. Da metà ‘700: 7 generazioni! Da Guinness dei Primati…!?

Da Francesco Barbadoro, nato a Mondavio nel 1759, si è generato un filo genealogico composto da una sequenza periodica e ininterrotta di Francesco e Tommaso, che è giunto alla 7^ generazione.

 3- CURIOSITA’ STORICHE

– Nei registri dei defunti si trovano anche raccontati avvenimenti storici epocali, come le guerre, o le epidemie, durante le quali il ritmo con cui vengono registrati gli atti si fa terribilmente incalzante. Non è raro trovare anche memorie scritte dal parroco in cui si raccontano i fatti. Ad esempio nell’archivio parrocchiale di Piagge ci si può rendere conto, in tutta la sua spaventosità, dell’epidemia di Kolera dell’estate 1855: rispetto a una media di circa 20-25 morti all’anno, nel 1855 furono registrati 117 defunti, 95 dei quali concentrati in meno di un mese e mezzo, proprio durante l’imperversare dell’epidemia, che fece passare a miglior vita anche due dei preti che firmavano gli stessi atti di morte. Non è però possibile verificare se si estese anche a Mondavio, in quanto di quel periodo nell’archivio parrocchiale manca il registro.

– Scartabellando proprio a Mondavio, invece sono saltati fuori dei documenti da cui si deduce di un drammatico incendio che si sviluppo’ nella sacrestia della chiesa parrocchiale la sera del 13 novembre 1889. Causò grossi danni sia ad essa che alla chiesa, tanto che anche il Vescovo si adoperò per cercare dei fondi per il ripristino degli edifici.

Il manifesto con cui una “commissione” di parrocchiani fa appello alla generosità dei concittadini per rimediare ai danni dell’incendio del 13 novembre 1889.

– Rimanendo sempre in ambito ecclesiastico, è stato divertente leggere, nello stesso bollettino diocesano del 1921 dove si parla della nomina del primo parroco di San Michele, che “Manca il sale“, nel senso che mancano Sacerdoti. Un problema davvero attuale per la Chiesa, ma che è strano leggere in un articolo di 90 anni fa quando c’erano piccoli paesini con più parrocchie e più preti per parrocchia.

– Un articolo a parte meriterebbero le vecchie pubblicità. Leggendole con il “senno di poi” il divertimento è quasi assicurato. Innanzitutto per lo stile linguistico. E poi per i toni rivoluzionari in cui viene presentato un oggetto che per noi del futuro è banale, superato, o addirittura dannoso o pericoloso!

Una divertentissima pubblicità di reti per recinzioni, descritte addirittura come “siepi artificiali”. Dal settimanale “La Concordia” – Fano – 1903.

4- CURIOSITA’  DELLA TECNICA

Nel corso del ‘900 nel mondo occidentale la vita è cambiata tantissimo, per vari motivi ma principalmente in seguito all’invenzione, all’ingegnerizzazione e alla commercializzazione di innumerevoli oggetti tecnologici che hanno rivoluzionato il modo di fare quasi qualsiasi cosa. Di conseguenza ora possiamo andare a ripescare tanti strani oggetti del passato, che non si usano più. Ma da qualche parte esistono anche macchine del passato… che si usano ancora!

Per esempio l’orologio del municipio del nostro comune di Mondavio. Chi abita lì certamente lo sa, e se ne ricorda in tutte quelle rare occasioni in cui, per le ferie, una malattia, o una dimenticanza dell’addetto, finita la carica, le campane smettono di suonare. Ma probabilmente la maggior parte degli abitanti del comune non ha mai pensato che, dietro al bel quadrante che si vede sulla facciata e sotto le campane della torre civica, si trova un complesso meccanismo di altri tempi a governare il tutto: il pendolo con il suo inesorabile click-clack, le funi, i tamburi, i pesi, gli ingranaggi, le camme, gli alberi… uno stupefacente congegno, che lascia davvero a bocca aperta! E soprattutto quando inizia magicamente a vorticare, per comandare i battenti delle campane, col giusto numero di tocchi!!

E’ un “Orologio da Torre – Ennio Melloncelli – Sermide (Mantova)”. Completamente meccanico, tenuto efficiente e carico dagli operai comunali (per il più “veloce” dei tre tamburi la cadenza è ogni 2-3 giorni).

Una inaspettata e graditissima sorpresa per i dipendenti comunali e gli studiosi che, recandosi nell’archivio storico del Comune, se lo trovano lì: l’orologio visto dal di dentro, dal rumore che ogni quarto d’ora muta, da calmo e regolare a concitato e squillante!
E proprio andando in archivio, per le mie ricerche, sono sùbito rimasto colpito da questo strano “click-clack”, ho girato l’angolo e mi sono imbattuto in questo antico, affascinante e ancora attivo meccanismo. Un video, per condividerlo con chi non ne conosce l’esistenza o non ha mai avuto occasione di ammirarlo, mi è sembrato doveroso!

(E’ in HD. Per chi sa cosa significa, può tecnicamente e sa come si fa, si consiglia di attivare l’alta definizione e guardarlo a tutto schermo)

Piero

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2 risposte a Album delle Curiosità

  1. fiore scrive:

    state facendo una cosa graziosissima ( e credo abbastanza stancante)
    questo paese non mi è mai piaciuto ma evidentemene le nuove generazioni sono migliori delle precedenti.
    in ogni caso dare una storia ad un paese in cui non c’è nulla , a pare la fornace, sembra meritevole.
    complimenti per l’enorme lavoro che state facendo.
    ciao
    fiore

  2. Paolo Parri scrive:

    Mi complimento con voi per la ricerca che state facendo, come si sa la storia del passato è indispensabile per capire meglio il presente .
    Mi ha molto interessato l’articolo sull’orologio della torre civica, se avete altre notizie riguardo all’origine dell’orologio vi prego di comunicarmele.
    In questo momento sto facendo una ricerca analoga, sull’orologio della torre della Chiesa della Madonna del Ponte di Fano.
    Saluti Paolo

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