La chiesa di San Michele

Forse non tutti sanno che a San Michele al Fiume, precedentemente all’attuale chiesa parrocchiale, ne esisteva un’altra, molto antica. Questo articolo ne ripercorre la storia, mettendo insieme una lunga serie di notizie reperite da molte fonti diverse.

– – –

Posizione della chiesa antica rispetto all'attuale

Schizzo rappresentativo della posizione della chiesa antica rispetto all’attuale: si trovava a ridosso della strada pergolese con il portone d’ingresso in direzione Pergola (e non perpendicolare alla strada come per la chiesa odierna).

Dell’antica Chiesa di San Michele del Fiume, demolita nel 1933, sono visibili in diverse foto l’abside e parte del campanile ma non si è ancora trovata una foto che la mostri in maniera completa. Grazie al prezioso regalo fattomi dal compianto geometra Ivo Pierfederici ci è stato possibile conoscere le sue dimensioni: la planimetria originaria e i successivi ampliamenti.

Pianta dell'antica chiesa di San Michele

Nelle Carte di Fonte Avellana, in una donazione del 1110, si trova una prima indicazione della nostra chiesa:

Anseramo figlio del fu Beraldo dona all’Eremo di Santa Croce di Fonte Avellana, in persona di Raniero Priore, metà della Chiesa di Santa Maria, sita nel Comitato di Senigallia, nel fondo Arcione.

Nei confini abbiamo il Cesano al primo lato; al secondo la via che dal Cesano sale fino a Monteroni e arriva alla dorsale collinare; al terzo la via per questa dorsale o serra e, al quarto, la via che da Campolongo porta a Sant’Agnelo e fino al Cesano (Ettore Baldetti – Toponimi Medievali nelle Valli del Misa e Cesano). Questa strada (rintracciabile in I.G.M. Corinaldo) esiste ancora oggi ed è quella che da Casa Benni (quota 248) scende fino al Cesano e attraversatolo in prossimità di Casa Catalani giunge all’abitato sammichelese. Anticamente, costeggiando il Rio di San Michele, saliva fino alla Pieve di Santa Maria di Orciano e, proseguendo oltre, fino al Metauro. “Nella sunnominata chartula donationis  non viene espressamente richiamata la chiesa, ma è evidente il riferimento al luogo sacro dedicato a Sant’Angelo o San Michele Arcangelo”.

1110 - Il "Fondo Arcione"

Una precisa testimonianza si ritrova nella Bolla di Adriano IV del 1156 con:

i possessi nella chiesa di San Michele;

e in quella di Alessandro III del 1178:

la Cappella di San Michele, appartenente al Monastero di San Paterniano di Fano.

Nelle Rationes Decimarum dei secoli XII e XIV, pubblicate da Pietro Sella, insieme a Sant’Eleuterio e San Paterniano, appartenenti a Mondavio, viene ricordata la Chiesa di San Michele (doc 686 San Michele).

Una precisa datazione dello stanziamento longobardo e della conseguente erezione della Chiesa dedicata all’Arcangelo Guerriero, è praticamente impossibile. Potremmo idealmente riagganciarci all’anno 727, con Liutprando che conquista la Pentapoli: abbiamo già visto quanto sia stata consistente la presenza Bizantina nella nostra zona. È possibile che in ricordo della vittoria riportata i longobardi abbiano innalzato un tempio al loro protettore per eccellenza: San Michele Arcangelo.

Ritroviamo notizie certe della nostra Chiesa nella visita fatta, secoli dopo, dal Vescovo di Fano Mons. Tommaso Lapi, il 27 ottobre 1610, alle chiese del territorio di Mondavio:

San Michele al Fiume Cesano, beneficio semplice goduto da Don Federico Falcucci di Gubbio, rettore della omonima Chiesa dentro Mondavio.

Al “Catasto Piano” del 1782, giacente all’Archivio di Stato di Ancona, viene nominata la Ven. Chiesa di S. Michele al Fiume con i suoi beni denominati: Fonte Uccellina (F.te Cellina) e Monte Ricco (M.te Ricco) con una precisazione:

Si avverte che sopra detti beni vi è costituito anche il Patrimonio Sacerdotale del Sig. Abbate Sanzio Sanzi Rettore di detto Beneficio.

Nello “Stato dell’Anime” della Campagna della Terra di Mondavio del 1788 al vocabolo San Michele troviamo Anastasia Storoni con la sua famiglia.

San Michele al Fiume nell'800

Ricostruzione della vista che si aveva nell’800 dalla strada Pergolese, provenendo da Pergola e giungendo nei pressi della chiesetta di San Michele (disegno di G. Pierangeli)

Nella Visita Pastorale di mons. Serarcangeli, l’11 giugno 1819, avvenuta “dopo pranzo”, si rileva nella chiesa di San Michele fuori le mura:

Nella Chiesa di S. Michele al Fiume spettante al beneficio annesso all’Arcipretura di Mondavio dove fu ricevuto dal Canonico Silvestrini Cappellano dell’Arcipretura, il quale consegnò l’inventario delle Suppellettili come all’appendice n. 48; non emise alcun decreto perché tutto trovò bene, e decentemente tenuto

Il Vescovo di Fano Filippo Vespasiani visita il 16 ottobre 1861 la Chiesa di San Michele al Fiume fuori le mura, spettante alla Parrocchia di Mondavio, muovendo alcuni riscontri. Così, anche nella successiva visita del 10 settembre 1864, reiterando le sue prescrizioni:

  1. Sia raffermata la porta in modo che resti ben chiusa, inoltre sia inverniciata.
  2. Nel confessionale si ponga la Bolla Coenae, l’elenco dei casi riservati e la stola violacea.
  3. Si tenga morbida la biancheria ed alla pianeta di color giallo sia cambiata la trina al collo.
  4. Il piccolo quadro della Madonna sia situato fuori del baldacchino.
  5. Si abbia cura dell’edificio e specialmente del tetto essendo assai guasto e mancante di coppi.
Interno dell'antica chiesa - lato portone

Ricostruzione dell’interno dell’antica chiesa – lato portone, dai ricordi di Annetta Betti-Gaudini

Don Giovanni Uguccioni (nato a Fano l’8 novembre 1858, morto l’8 settembre 1925) arriva come Cappellano a Mondavio il 31 dicembre 1887. Agli inizi del ‘900 viene coinvolto in una “querelle” per aver venduto le campane appartenenti all’Oratorio di S. Michele al Fiume al parroco di Rupoli, don Getullio Rossi, per 175 lire.

L’8 novembre 1902, il responsabile del subeconomato dei Benefizi Vacanti di Pesaro, che ha contribuito con un “sussidio di 80 lire” all’acquisto, chiede ragguagli in merito:

Mi si osserva di nuovo – scrive il subeconomo – che per la Chiesa di S. Michele non resta ancora bene determinata la sua natura giuridica e mentre sembra che abbia le parvenze di un semplice Oratorio, ove il Cappellano della Chiesa Matrice di Mondavio vi si reca a celebrare la Messa, ed è mantenuta al Culto non solo con le oblazioni dei fedeli, ma altresì col concorso del Parroco, rimarrebbe sempre ad accertare meglio se la detta chiesa sia da considerare quale semplice Oratorio privato, o meglio come sussidiario o almeno come una dipendenza della Parrocchia di S. Pietro di Mondavio.

Un precedente certificato della Curia Vescovile di Fano, del 2 ottobre 1902, precisava

che la chiesa di S. Michele al Fiume sita nel territorio di Mondavio non deve considerarsi come oratorio privato, sibbene come chiesa pubblica e succursale ab immemorabili e figliale della Chiesa Parrocchiale “S. Pietro” di Mondavio, in guisa che l’Arciprete Parroco pro-tempore di Mondavio è obbligato a provvedere alle funzioni tutte, ed in modo speciale a far sì che o per se, o per altri abbia luogo, in detta chiesa di S. Michele, il sacrificio della Messa nelle domeniche ed altre feste di precetto per comodo della popolazione, la quale dista troppo dalla chiesa parrocchiale.

Il 30 novembre 1902 interviene il parroco di S. Pietro di Mondavio, don Giovanni Carboni, in risposta alla richiesta di precisazioni del Subeconomato dell’8 novembre,

notificando come la Chiesa di S. Michele al Fiume non deve considerarsi come semplice oratorio privato, bensì come luogo pubblico in tutto dipendente dalla chiesa Matrice denominata Parrocchia di S. Pietro […] essendo il Parroco strettamente obbligato alla manutenzione del Sacro edificio, provvederla ove il bisogno lo richieda di farvi arredi, e quindi sussistere all’elemosina della Messa il sacerdote che vi accede.
[…] Perciò se il sacerdote don Giovanni Uguccioni, che al presente officia in detta chiesa per commissione diretta del Parroco, ha ceduto le campane al reverendo sig. Parroco di Rupoli, lo poteva liberamente, avendole fatte fondere a sue spese, senza avere con questo fatto alienato la vecchia campana, la quale esiste ancora in questa Parrocchia pronta ad essere esibita a ogni ispezione richiesta […] e ne fece rifondere altre due assai più grosse e di voce assai più forte, tanto che si sentono al confine della Parrocchia.

Interno dell'antica chiesa - lato abside

Ricostruzione dell’interno dell’antica chiesa, lato abside, sulla base dei ricordi di Annetta Betti-Gaudini

Nel carteggio del 1905, riguardante “la messa festiva di S. Michele al Fiume”, il 7 febbraio, il parroco di Mondavio D. Giovanni Carboni

certifica per la verità che la Chiesa rurale di S. Michele Arcangelo, sita entro la cerchia della Parrocchia di Mondavio dista assai dalla residenza parrocchiale tanto che si è costretti a mandare in tutte le feste di precetto apposito sacerdote per celebrarvi la S. Messa, altrimenti gran parte di fedeli di quella regione resterebbe senza poter soddisfare a un sacro precetto. Ma stante la sua ristrettezza, di fedeli che in gran numero accorrono alla chiesa avidi di assistere all’incruento sacrificio di ascoltare la divina parola (gran parte dei quali è costretta a starsene fuori dalla chiesa stessa) è di assoluta necessità operare un conveniente ampliamento; ma non vi sono mezzi di sorta per riuscire nell’intento. Si è creduto pertanto rilasciare il presente attestato affinché il Sacerdote Uguccioni D. Giovanni che officia la detta Chiesa possa trovare nella pietà dei fedeli abbondanti soccorsi.

Il 16 ottobre 1908, in una lunghissima lettera, l’Arciprete di Mondavio scrive a Sua Eccellenza il Ministro di Grazia e Giustizia dicendo che

alla Chiesa rurale di San Michele al Fiume, così chiamata per essere vicino al fiume, nella circoscrizione della Parrocchia di Mondavio, è necessario provvedere all’ampliamento della medesima causa l’aumento sempre maggiore della popolazione la quale in quella contrada cresce a dismisura stante la vicina fornace testè costruita, e i fabbricati che vi hanno già costruito, che sono in costruzione e che sorgeranno in appresso, in causa di che la detta chiesa non è più capace di contenere tanto popolo quanto ve ne accorre nei di festivi. […] Oltre ai restauri della Chiesa, è pur necessario costruirvi una casa attigua alla medesima per l’abitazione di un sacerdote e di un sagrestano.

Acquisito il terreno venne costruita la “propria casa d’abitazione” inglobando, nel salotto e camera da letto del parroco, l’abside della antica Chiesa. Nell’avviso dell’Amministrazione delle Tasse sugli Affari dell’Ufficio del Registro di Pergola, rivolto al sig. Cappellano di S. Michele in Mondavio, si invita, entro il 3 dicembre 1912, a presentare “denuncia delle rendite di mano morta”.

Don Giovanni Uguccioni risponde nell’ottobre 1912 definendo così la

Casa ad uso abitazione civile annessa alla chiesa di S. Michele succursale della Parrocchia di Mondavio. Detta casa serve per abitazione gratuita di un Cappellano e del Sagrestano. Il denunziante non conosce né quale sia il capitolo né l’estimo perché è casa nuova.

Contribuzioni dirette
1910 L. 9,67
1911 L. 3,09
1912 L. 29,21
41,97 media dei tre anni L. 13,99

Con la realizzazione della canonica don Giovanni Uguccioni, residente ormai in pianta stabile a San Michele, affronta le problematiche derivanti dalla crescita dell’abitato cercando di dare una risposta al bisogno di socialità dei paesani. All’originaria chiesa (10x15m) viene affiancata una sala riunioni-teatrino per favorire l’aggregazione dei sammichelesi. Riportiamo, integralmente, l’articolo apparso sul bollettino “La Concordia” di Fano del 14/02/1914:

Articolo da "La Concordia" - 14/02/1914

Le intenzioni di ampliare la chiesa con una nuova navata a ridosso della strada risultano evidenti nel carteggio intercorso fra il nostro sacerdote e l’Economato Generale dei Benefici Vacanti di Bologna; il Subeconomato di Pesaro e l’Arciprete di Mondavio, che va dalla richiesta di sussidio del 28 agosto 1911 alla comunicazione del subeconomo di Pesaro a don Giovanni Uguccioni di aver ricevuto dal Banco di Napoli un vaglia di lire 300 per il pagamento dei lavori dietro rilascio di “una dichiarazione del muratore colla quale conferma di essere stato saldato di tutte le opere compiute”.

Benfattori che contribuirono alla terza Novata della chiesa di San Michele al Fiume

Così fino al 20 gennaio 1922 quando don Attilio Betti (22/01/1888 – 7/10/1970) prese possesso della nuova parrocchia di San Tommaso Apostolo (poi divenuta dal 22 maggio 1987 parrocchia “Regina Pacis”). Il titolo era stato concesso a San Michele in seguito alla chiusura della omonima parrocchia fanese.

Insieme ad un comitato paesano promosse, successivamente, l’iniziativa della costruzione della nuova chiesa. Ordinò il progetto ad un geometra fanese; approvato dal vescovo Giustino Sanchini, venne stampato su cartolina postale e fatto distribuire fra la popolazione. Nel 1928, acquistata l’area per la nuova costruzione, vennero iniziati gli scavi di fondamenta. Un intervento della Santa Sede, in seguito al terremoto del 1930, permise la realizzazione dell’opera, edificata su disegno di mons. Chiappetta dalla ditta forlivese “Abbondanza”. Il nuovo tempio venne inaugurato l’8 giugno 1933, nato su fondamenta diverse dalla originaria chiesa di San Michele Arcangelo, che venne contemporaneamente parzialmente demolita.

1938 - Il rudere dell'abside della vecchia chiesa

1938 – Il rudere dell’abside della vecchia chiesa durante una nevicata. In basso uno schizzo che ricostruisce lo stato dei ruderi rimasti in piedi dopo l’inaugurazione della nuova chiesa (basato su questa ed altre foto d’archivio)

Il 21 gennaio 1937, don Attilio Betti lasciò San Michele per la volta di Fano dove occupò mansioni di sacerdote e pastore della parrocchia di San Silvestro. Ormai logorato dagli acciacchi e dagli anni, in seguito alle sue dimissioni da parroco venne, a riconoscimento dei suoi meriti, nominato canonico della Cattedrale.

Don Domenico Marini (16/11/1912 – 24/04/2001) arriva a San Michele al Fiume il 22 gennaio 1937. Qualche anno dopo si trova alle prese con la questione dei ruderi dell’abside, dell’ex-canonica e dell’antico campanile della demolita chiesa di San Michele. Il 4 luglio 1939 il podestà del Comune di Mondavio Duilio De Sanctis emette la seguente ordinanza:

Ordinanza podestà di Mondavio - 1939

Ricevuta notifica il 19 luglio 1939, don Domenico, oltre a far demolire l’ex-canonica, fa abbattere anche abside e campanile dell’antica chiesa di San Michele.

Ruderi di campanile, abside e vecchia canonica

Schizzo che ricostruisce approssimativamente le parti di chiesa e canonica rimaste in piedi dopo l’inaugurazione della nuova chiesa. L’edificio in fondo è invece l’officina di Ermanno e Medardo Agostinelli. (disegno di Ivo Pierfederici)

Il 28 novembre 1939, scrivendo al Vescovo di Fano, così presenta le sue motivazioni:

Eccellenza Reverendissima
mi permetto sottoporre alla S. V. quelle spiegazioni che non ho potuto ieri dire a voce.
A me è sembrata cosa necessaria provvedere alla sistemazione del piazzale della chiesa parrocchiale di S. Michele […] Tale sistemazione comprendeva necessariamente l’atterramento del campanile e dell’abside; unico superstite rudere della vecchia chiesa.

Progetto campanile per nuova chiesa

Scuola Beato Angelico – Progetto campanile per nuova chiesa di S. Michele

Per risolvere il problema della collocazione delle campane, don Domenico scrive:

Per questo esiste un progettino elaborato nello stile della Chiesa dalla Scuola superiore d’Arte Cristiana “Beato Angelico” ma per la sua realizzazione occorrono, secondo il parere di un tecnico (arch. Angelo Gramolini), circa L. 50.000.

Compiuto questo errore di valutazione, nonostante l’avvertimento del Vescovo di non abbattere il campanile (come direttamente raccontatomi dallo stesso don Domenico), il nostro parroco, l’11 dicembre 1939, ritorna a scrivere al Vescovo di Fano:

Eccellenza Reverendissima
Ho sbagliato e quindi eccomi pronto nel dovere di chiederLe mille volte scusa del dispiacere che le ho arrecato. Mi voglia compatire e perdonare generosamente con quella bontà e paternità che le sono – vorrei dire – naturali. Sono sempre un figlio, il cui amore ed affetto per il proprio Pastore è immutato, anzi dopo questo errore si accresce nel mio animo la stima e la riconoscenza.
Da parte mia, Eccellenza, le prometto di adoperarmi con tutte le mie forze perché il campanile in S. Michele, sorga al più presto, con quell’appoggio che è doveroso. E’ sottinteso che quello provvisorio sarà atterrato non appena sorgerà il nuovo, e di questo do la mia più ampia assicurazione. E quale omaggio filiale con cui attenuare il dispiacere arrecato, offro molto volentieri le mie deboli risorse per ridare al canto della Diocesi quel decoro che è nel desiderio dell’E.V. e di tutti.
Chiedo di nuovo scusa e – sicuro del suo generoso perdono – le bacio il S. Anello e chiedo la sua paterna e pastorale benedizione.

Giuseppe Pierangeli
14/03/2020

– – –

Molti dei documenti utilizzati da Giuseppe per comporre questo articolo sono frutto delle ricerche di Piero Livi presso l’archivio parrocchiale di San Michele al Fiume; l’archivio parrocchiale di Mondavio; l’archivio diocesano di Fano; la biblioteca “Federiciana” di Fano. Nel complesso è stato dunque un bel lavoro a quattro mani. Speriamo venga apprezzato dai lettori di sanmichelealfiume.it!

E SE QUALCUNO TROVASSE LA RARISSIMA FOTO DELLA NOSTRA ANTICA CHIESA TUTTA INTERA, CE LO DICA E CI COMMUOVEREMO!!!

Le foto dove si vedono parti della vecchia chiesa o del suo rudere sono tutte raccolte QUI.

Questa voce è stata pubblicata in G. Pierangeli e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a La chiesa di San Michele

  1. marco spadoni scrive:

    Ricordo la demolizione della chiesa e del campanile, avevo 5 anni circa, era una mattina
    intorno le 10, molte persone aspettavano l’abbattimento allontanati e sulla strada bianca
    via cesanense. Un boato e una grossa nuvola bianca di polvere. Ricordo il campanile
    che cadeva e tutto spariva dentro il nuvolone
    Marco Spadoni

Lascia un commento

Il commento verrà pubblicato nel sito, qui in fondo a questa pagina, così come il "nome", inserito nell'apposito campo, che apparirà come intestazione dell'intervento, in evidenza.
E’ obbligatorio fornire il nome e l’indirizzo email (campi contrassegnati *) per avere la possibilità di commentare. Quest'ultimo non verrà pubblicato, ma potrà essere utilizzato dai gestori del sito per rispondere in privato al commento.
Per ulteriori dettagli si veda l'informativa sulla privacy.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.