Un altro articolo che approfondisce la storia delle contrade poste tra San Michele e Mondavio. In questo caso si parla dei due “borghetti”. Le considerazioni architettoniche si intrecciano poi con la storia di una famiglia a cui appartiene un nostro illustre concittadino.
– – –
Poco fuori dall’abitato di San Michele al Fiume, in prossimità della strada che conduce a Mondavio, c’è un massiccio agglomerato volgarmente chiamato “Borghetto di sotto”. Erroneamente, poiché, come si vede nella cartina ottocentesca già pubblicata, la vera CONTRADA DEL BORGHETTO[1] si trova poco più avanti, vicino alla chiesa di Santa Maria della Quercia.

Mappa ottocentesca di San Michele relativa a uno studio di varianti nella viabilità. Sono state evidenziate le porzioni relative ai due borghetti. Quello “di sopra” è denominato “Contrada del Borgetto”. Quello “di sotto” invece non è rappresentato ma la strada di accesso è indicata così: “Strada che mette da Panarone”.
Il Borgo era il gruppo di case fuori dalla cinta muraria o nelle vicinanze dell’abitazione signorile. Sarebbe interessante riuscire a stabilire se il BORGHETTO, la sua CONTRADA e l’antica chiesa di Santa Maria delle Terre (oggi della Quercia) siano ricollegabili al “Castellaro” ricordato dall’Antonini nelle sue annotazioni al “Discorso” del Seta, il cui vocabolo ritroviamo nel 1845, quando, per volontà di Gregorio XVI, i beni dell’Appannaggio vengono riscattati dalla Santa Sede e venduti agli Agricoltori del luogo, come abbiamo già raccontato nel precedente articolo.
Come si vede al Catasto Pontificio, il “Borghetto di sotto” era originariamente costituito da una grossa costruzione di proprietà della famiglia Panaroni[2]. Del fabbricato originario rimane solamente la base, con le sue mura oblique. Le finestre e le porte, aperte posteriormente, inducono ad una ipotetica ricostruzione che ne presenti almeno un altro piano, prima della possibile copertura a coppi medioevali. Attorno a questo edificio in laterizio vi erano alcuni “atterrati”. Diversi, nella zona, sono ancora in piedi e continuano a sfidare il tempo con la loro riconosciuta robustezza e solidità.

Ricostruzione della sequenza cronologica di edificazione del “Borghetto di sotto”. In particolare dei due edifici principali di proprietà Panaroni e Betti (disegno di G. Pierangeli, basato sulla mappa del catasto pontificio).
Una costruzione, successivamente allacciata all’edificio suddetto, è strettamente legata alle origini del compianto, illustre concittadino, vescovo Costanzo Micci. Una targa in cotto recante l’iscrizione “Tomaso Betti fece l’anno 1837”, testimonia la data della sua edificazione.

Ricostruzione prospettica di quando il “Borghetto di sotto” era costituito esclusivamente dalle case Betti e Panaroni (disegno di G. Pierangeli)
Vediamo in breve la genealogia della famiglia Betti. Tommaso, figlio del fu Pietro Betti, presente nello “Stato delle Anime della campagna di Mondavio del 1788” come occupante del Primo Molino, sposa Maddalena Forchielli. Dalla loro unione (l’11 gennaio 1830) nasce Pietro. Pietro si unisce a Michela De Sanctis. Da questo matrimonio nascono: Celerina, il 26 marzo 1871 e Ginevra, il 9 giugno 1879. Deceduta Michela, Pietro si risposa con Palma Biagetti, vedova di Nicola Micci. Da questo matrimonio erano nati due figli maschi: Mariano, il 15 novembre 1872, e Luigi, il 19 novembre 1879.

1861 – Primo Censimento della Popolazione del Regno d’Italia – Scheda della famiglia di Pietro Betti (figlio del defunto Tomaso), domiciliato presso “Borghetto Panaroni”
In seguito i due Micci (figli di Nicola e Palma Biagetti) sposarono le due sorelle Betti (figlie di Pietro e Michela De Sanctis). Dal matrimonio di Mariano Micci e Celerina Betti nacquero: Leonello, il 16 dicembre 1901; Dante, il 19 settembre 1904; Maria, il 2 febbraio 1908; Dina, il 19 dicembre 1912.
Da quello di Luigi Micci e Ginevra Betti nacquero: Vittorino, il 9 febbraio 1909; Maria Pia, il 29 gennaio 1911; Costanzo Maria, il 30 maggio 1918; Tarcisio, il 20 gennaio 1921, morto a Zeithan, in Germania (tomba n. 121).
Proprio da quest’ultima coppia, dunque, nacque in contrada Montericco, il 30 maggio 1918, lo scomparso Vescovo Costanzo Micci, spirato il 5 settembre 1985.
25/5/2020
G. Pierangeli
[1] “Contrada del Borghetto”: al Catasto Pontificio “località Monte Ceretto”. “Monte Cerreto” nel bando d’asta del 1845; “Monte Carotto” in quello del 1809 e ancora “Monte Ceretto” nei “Decreti e Capitoli di Giovanni Della Rovere” (1476-1506).
I proprietari o affittuari, come si vede al “Catastino delle proprietà del Catasto Pontificio” (A.S.P.) erano:
-
417: casa colonica d’affitto
di Bacchiocchi Camillo e Eguberanzio fu Angelo di S. Lorenzo in Campo.
-
418: orto; 419: casa colonica d’affitto; 420: orto
di Storoni Pasquale e Giovanni fu Pietro e Storoni Sante e Pietro fu Luigi di Corinaldo
-
421: orto; 422: casa colonica
di Moricoli Angelo di Mondavio
-
423: casa colonica d’affitto; 424: orto; 425: casa colonica d’affitto; 428: orto; 429: casa colonica d’affitto
di Barbadoro prete Francesco di Antonio di Mondavio
-
430: corte promiscua
di Storoni Pasquale e Giovanni fu Pietro e Storoni Sante e Pietro fu Luigi di Corinaldo e Morichi Angelo fu Antonio e Grilli Gaspare fu Antonio.
[2] Al Catasto Pontificio, in “Contrada Frattini”, troviamo:
-
398: seminativo vitato; 399: corte; 400: casa per abitazione; 401: orto
di Panaroni Luigi, Domenico, Angelo e Gaspare fu Pietro di Mondavio
-
404: orto; 405: casa colonica d’affitto; 406: seminativo vitato; 407: casa per abitazione; 411: seminativo
di Betti Tommaso fu Pietro di Mondavio
Sempre in “Contrada Frattini”, troviamo:
-
402: orto; 403: casa da colono
di Betti Veridiano fu Francesco proprietario e Betti Scolastica fu Francesco in Bissoni posseditrice precaria del dominio utile per anni 10 a tutto il 2 settembre 1858.
Ciao, le ricerche sulle origini della mia famiglia mi ha portato fin qua. Non sapevo dell’esistenza di casa Panaroni o “Panarone” come scritto nelle carte.
Complimenti per il lavoro effettuato.