In questo articolo si racconta delle origini della storica Fornace di San Michele al Fiume, impiantata nel 1905 in una zona di campagna del Comune di Mondavio. È stata proprio la presenza di questo stabilimento industriale a dare origine al paese di San Michele al Fiume.
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Fra i “Decreti e Capitoli” di Giovanni Della Rovere di Aragona, Prefetto di Roma, Signore di Senigallia e Vicario di Mondavio e di Giovanna Feltria Prefettessa, sua consorte[1], si trovano disposizioni che regolavano l‘attività delle fornaci:
che li fornaciari non possano far madoni, coppi né pianelle, se non con forme bullate et giustate per li dicti deputati sotto la dicta pena.
Viene anche richiamata la “Fornace de Misor Joanbaptista de Ser Francesco, cioè verso Mondavio”.
Grazie all’individuazione e collocazione dei toponimi trattati nell’articolo “Tutto si trasforma…” possiamo dire che questa è la prima volta in cui viene citata la nostra Fornace per laterizi.
Ma l’escavazione della creta per farne materiale da costruzione è testimoniata già in epoca romana[2], con la scoperta di alcune fornacette, fatta anni or sono durante i lavori di sistemazione della attuale Fornace.

2020 – veduta aerea della Fornace di San Michele come si presenta oggi. Sulle colline svetta il castello di Mondavio. In secondo piano Orciano, dove (quasi) gli stessi soci possedevano un altro impianto per la fabbricazione di laterizi.
Pensare ai Suasani intenti nella fabbricazione di “mattoni a mano”, lavoro che si perpetua tutt’oggi con lo stesso metodo o nell’arte figulinaria, in cui la nostra gente era riuscita a maturare un proprio, autonomo, stile[3], non ci è difficile, considerate la qualità e la quantità delle argille, di cui la nostra zona è particolarmente ricca, oltre alla relativa vicinanza in cui si trova la cava rispetto a Suasa.
La strada che ci collegava è la stessa che ancora oggi attraversa il fiume Cesano presso casa Mencaroni e per la “via pubblica di Santa Maria” sale verso l’Aguzza, deviando all’altezza della “Croce” verso il nostro abitato. Sicuramente doveva esserci in loco un cantiere stabile con alloggiamenti e altri servizi da consentire la permanenza delle maestranze, dei sorveglianti e delle autorità. La zona è giunta ai giorni nostri con il nome “Romanella”[4].
La moderna industria laterizia nasce dall’incontro dei fratelli Allegrezza “abili e sapienti organizzatori e conduttori di simili aziende”[5] coi Pierfederici.
Arrivarono con un calessino – raccontava Ivo Pierfederici, figlio di Tito – e proposero di realizzare un moderno impianto che sostituisse le antiche fornacette romane e medioevali che si trovavano nel terreno di Tommaso Maughelli (oriundo di San Savino di Frontone, vedovo di Cesira Aguzzi).

La costituzione della società “con sede a Mondavio avente per oggetto la costruzione e l’esercizio di una fornace per laterizi con sistema Hoffmann” avvenne formalmente nel 1907, come ricorda questo estratto da un altro atto datato 1936.
I soci iniziali erano i fratelli Antonio e Nicola Allegrezza, Adelelmo Maughelli e Augusto Pierfederici. (28000 lire di allora corrispondono all’incirca a 113000€ nel 2022)
L’abitazione degli Aguzzi era nella casa (oggi chiamata “La Botte” dal nome di un noto ristorante, antesignano degli Agriturismi, attivo negli anni ’70) situata nella già citata “Romanella”.
Raggiunto l’accordo – continua la narrazione di Ivo Pierfederici – versarono una borsa di monete d’oro sul tavolo della cucina!
Nel 1905 venne inaugurata la nuova, moderna, fornace per laterizi.

1912 – Fattura emessa dalla Fornace per una fornitura per la Società Molini di Mondavio. Da notare che tra il materiale elencato ci sono anche gesso e calce. Ciò fa pensare che la Fornace all’epoca fosse anche di fatto una rivendita di materiale da costruzione.
Oreste Tarquinio Locchi nel 1934 ne “La Provincia di Pesaro ed Urbino”[6] così concludeva il suo excursus sul territorio di Mondavio:
San Michele ha un’origine assai recente, ed un incremento sempre maggiore. Oltre a officine meccaniche, ha una fabbrica di laterizi che dà lavoro a molti operai.
Nelle pagine pubblicitarie, in appendice al volume, una foto esplicativa dell’impianto e relativa didascalia ci fa sapere che la fornace laterizi “Ditta Eredi di Augusto Pierfederici e C” (dove la “C” all’epoca stava per Adelelmo Maughelli e i fratelli Ivo, Aldo e Gino Allegrezza, figli di Antonio) costruita nel 1905 ha il telefono n. 1. La didascalia ricorda inoltre che: “Tale è l’importanza dello Stabilimento della Ditta Eredi Pierfederici, che in pochi anni – come per miracolo – è sorta intorno ad essa la fiorente frazione di San Michele al Fiume, i cui abitanti, nella quasi totalità, sono addetti alla fornace”.

Una pubblicità della fornace, pubblicata nel 1934 in “La Provincia di Pesaro ed Urbino” di O.T. Locchi. Da notare la scritta in fondo che sottolinea come attorno allo stabilimento sia sorto un paese. Divertente in cima il numero di telefono!
Il nostro carissimo amico Giorgio Epifani, figlio di Pio e Cesira Maughelli, nipote di Adelelmo, ricorda che:
nel periodo pre e postbellico San Michele era composta da circa quaranta case di cui potrei dire anche il nome dei proprietari. Ora non nascondo che quando scendo da Mondavio, e vedo quello che è diventato il paese, provo una certa soddisfazione sapendo che questa realtà è in gran parte dovuta a due grandi vecchi: mio nonno materno Adelelmo Maughelli, “il braccio” della Fornace, e Augusto Pierfederici (il roscio) “la mente”; e che questi due con la loro iniziativa e intraprendenza, pur avendo come traguardo solo il fattore economico, sono stati involontariamente gli artefici dello stato attuale di San Michele al Fiume.
Tra ammodernamenti, trasformazioni e passaggi di proprietà, la Fornace di San Michele al Fiume ha superato l’invidiabile traguardo dei cento anni di attività celebrato nel 2006, tra le altre manifestazioni, dal bel volume di Roberto Dezzuti “Tetti… e dintorni” edito dalla “Cotto San Michele” con la didascalia “Da oltre cent’anni un contributo d’eccellenza alla valorizzazione del patrimonio architettonico nazionale”.

articolo “I cent’anni della fornace – Grande evento a San Michele terra del cotto” (dal Corriere Adriatico del 26/05/2006)
Giuseppe Pierangeli
13/01/2021
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Per approfondire il tema, su sanmichelealfiume.it sono già presenti altri due articoli che ne parlano:
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