Gherardo Cibo, dilettante di botanica e pittore di paesi

Nell’ultimo articolo pubblicato (Sant’Eleuterio) si parla di una tela che era presente nella chiesa di Valdiveltrica e raffigurava le nostre colline, con le rovine di Sant’Eleuterio in primo piano e Mondavio, Orciano e Valdiveltrica sullo sfondo.
Esiste un disegno di Gherardo Cibo che somiglia tantissimo a quella composizione…

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Il principe Gherardo Cibo nasce nel 1512 a Genova. Pronipote del Papa Innocenzo III, nipote di Caterina Cibo, duchessa di Camerino (la figlia Giulia Varano andrà sposa a Guidubaldo Della Rovere); nipote del Vescovo di Senigallia Marco II Vigerio Della Rovere; il fratello Stefano Vigerio fu amministratore del Duca e Governatore del Ducato, giovanissimo si trasferisce a Roma. Viaggia per l’Europa con incarichi politico-diplomatici, fino al 1540 quando, dopo il “sacco” dei lanzichenecchi, si trasferisce insieme alla zia e alla sorella a Rocca Contrada (Arcevia) dove rimarrà per il resto dei suoi giorni. Muore nel 1600.

Dilettante di botanica e pittore di paesi a lui – come scrive Giorgio Mangani – si deve l’invenzione del paesaggio marchigiano.

Cibo si spostava per erborizzare con i suoi amici […] lungo il fiume Cesano. […] Si nota il frequente contrasto tra i castelli, le chiese, le rovine antiche […] schizzate all’aperto come in “presa diretta” […]. Il realismo dei luoghi, a volte descrizione preziosa e unica di paesaggi scomparsi o profondamente mutati delle Marche del XVI secolo, quando siamo in grado di identificarli.

Gherardo Cibo - Asplenio Hemonite

“Gherardo Cibo, Asplenio Hemonite, Ms Additional 22333. British Library, Londra c. 51” (didascalia da pag. 75 di “Giorgio Mangani – Gherardo Cibo e l’invenzione del paesaggio marchigiano”)

Il 14 settembre 1573 (a 61 anni) nell’Abbazia di San Lorenzo in Campo, incontra il Cardinale Giulio Feltrio Della Rovere, che gli commissiona un lavoro: la decorazione dell’edizione dei Discorsi del 1568 di Pietro Andrea Mattioli, medico e botanico del XVI secolo.

Abbiamo desunto queste sintetiche note dal libretto “Gherardo Cibo e l’invenzione del paesaggio marchigiano”, n.171 della collana “Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche”, sintesi dell’opera “Gherardo Cibo, dilettante di botanica e pittore di paesi” (Ancona, Il lavoro editoriale, 2013).

Gherardo Cibo – Dettaglio dal disegno “Asplenio Hemonite”
I ruderi e il paesaggio sullo sfondo ricordano tanto le rovine di Sant’Eleuterio e i borghi che si potevano vedere all’epoca nel paesaggio delle colline mondaviesi

Fra le illustrazioni, l’ “Asplenio Hemonite” è raffigurato con un paesaggio che ci ricorda S. Eleuterio, con a destra il castello di San Pietro e a sinistra Mondavio, Orciano e sullo sfondo il Furlo, realizzato quando della Cappella e del Castello “dopo l’orribil tremuoto del 1279” – come scrive l’Amiani – restavano solo ruderi.

Ricostruzione di quanto raffigurava un dipinto presente nella chiesa di Valdiveltrica

Ricostruzione di quanto raffigurava un dipinto presente nella chiesa di Valdiveltrica, antica “Val di Vetrica” (G. Pierangeli)

G. Pierangeli

9/05/2020

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